Museo Isola di Mozia

"Giovinetto in tunica"

Mozia (anche nota come Mothia, Motya), è la principale isola dell'arcipelago dello Stagnone di Marsala, che dal 1984 è stato riconosciuto come riserva naturale.


Un tempo considerata uno dei principali insediamenti commerciali fenici nel cuore del Mediterraneo, Mozia si estende per quasi quarantacinque ettari e ha una forma quasi circolare. Sull'isola il livello del mare si è innalzato di circa mezzo metro rispetto all'epoca fenicia, e quindi parte dei resti archeologici risulta sommerso.


Il sottosuolo è costituito da una roccia calcarea morbida, friabile, di colore giallo, sormontata da un piccolo strato di roccia calcarea abbastanza dura.


L'età dell'oro per Mozia si concluse nel 397 a.C, quando fu distrutta da Dioniso di Siracusa. Successivamente venne ripresa dai cartaginesi, ma la fondazione di Lilibeo ne ridusse l'importanza strategica. Abbandonata dai romani, nell'undicesimo secolo fu ceduta dai Normanni all'abbazia di Santa Maria della Grotta di Marsala.

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In quel periodo si insediarono a Mozia i monaci basiliani di Palermo che la ribattezzarono San Pantaleo, in onore al santo fondatore del loro ordine. Nella seconda metà del sedicesimo secolo passò ai gesuiti per essere poi acquisita da alcuni privati che la utilizzarono prevalentemente per la coltivazione a vigneto.


  Dopo i primi ritrovamenti archeologici di un certo interesse, lo studioso Innocenzo Coglitore identificò l'isola con l'antica Mozia, finchè, ai primi del Novecento, l'acquisizione da parte di Joseph Whitakher non ne cambiò definitivamente il destino. L'erede della nota famiglia di produttori vinicoli inglesi promosse le prime importanti campagne di scavi, ritrovando la necropoli arcaica, il santuario fenicio - punico del Cappiddazzu, la casa dei mosaici, il tofet e le zone di Porta Sud, Porta Nord e della Casermetta.


Dal 1971 Mozia è ufficialmente di proprietà della Fondazione Whitaker e il suo museo custodisce i principali reperti rinvenuti negli anni, tra cui la preziosa statua in marmo dell'Auriga di Mozia, riportata alla luce nel 1979. 


L'accesso all'isola è consentito solo da due imbarcaderi privati, che oltre a collegare la stessa Mozia alla terraferma permettono di visitare anche le altre isole dello Stagnone. Nell'antichità una strada collegava la terraferma all'isola tra Capo San Teodoro e l'estrema punta moziese settentrionale: oggi la stessa via risulta sommersa, e non è più praticabile a causa dell'erosione e delle alghe.


Museo Isola di Mozia - "Giovinetto in tunica"

Isola di Mozia (San Pantaleo)

Tel. 0923 712598

Aperto dalle 09.00 alle 13.30 e dalle 14.30 fino alle 18.30