Il mese di settembre ha sempre un colore diverso nel calendario marsalese: le uve sono ormai pronte, dorate dal sole e cariche di zuccheri. Arriva la vendemmia, e si protrae per un mese intero. Città e campagne sono in fibrillazione, ma il pesante lavoro nelle vigne lascia sempre qualche spazio ad improvvisati momenti di festa e spontanee conviviali.

Un'interminabile "processione" di trattori e camion collega le terre alle cantine: le uve giungono a destinazione, vengono ulteriormente ed accuratamente selezionate, e quindi ha inizio la lavorazione.

Il Marsala si ottiene partendo da una classica vinificazione in bianco. Alla spremitura, ormai effettuata ovunque con le moderne tecnologie di pressatura medio-soffice, segue la fermentazione: la grande carica zuccherina accumulata dalle uve si trasforma in alcool e si comincia a delineare il complesso aromatico del vino.

A fermentazione ultimata, dopo una serie di frequenti travasi che favoriscono l'ossidazione del vino, il processo di produzione prosegue con le peculiari operazioni che lo distinguono rispetto alla semplice vinificazione, e che costituiscono i passi fondamentali attraverso i quali si sviluppa l'identità caratteristica del nostro vino liquoroso.

Con secolare esperienza, ed una "preparazione" diversa per ogni azienda, si elabora la concia: una miscela a base di alcool e/o acquavite di vino, che, addizionata al vino di base, gli conferisce spessore e potenza, e ne aumenta la gradazione finale, dando origine al Marsala Vergine.

Il processo di conciatura si completa, in relazione alle specifiche tipologie di Marsala, con altre successive aggiunte: mosto cotto, per caratterizzare aromi e colore del vino, mistella (o sifone), un prodotto ottenuto da mosto d'uva tardiva, aggiunto di alcool, che svolge l'importantissima funzione di donare la giusta percentuale di zuccheri ed una carica aromatica complessa di profumi "terziari" di evoluzione, ed, infine, il mosto concentrato, oggi molto meno utilizzato che in passato per donare zuccheri e maggiore morbidezza.


Nella provincia di Trapani, una delle realtà vitivinicole più produttive d’Italia, troviamo tanti luoghi di interesse enologico e storico-culturale al tempo stesso. Come la bella Erice, sulla sommità del monte omonimo, un centro pieno di fascino e storia. La cittadina, cinta da mura ciclopiche, è uno dei luoghi più belli della regione. Da non perdere il castello Normanno, il Duomo trecentesco, il quartiere spagnolo e il centro di origine medievale. Affacciata sul mare la bella città di Marsala, che dà il nome a uno dei vini liquorosi italiani più conosciuti all’estero, è ricordata ogni anno a maggio per lo sbarco dei Garibaldini. Storia d’Italia a parte, la popolosa cittadina ha un centro storico racchiuso nel cosiddetto Cassaro, un quadrilatero delimitato anticamente da una cinta muraria, di cui restano quattro bastioni cinquecenteschi. Al suo interno: il quartiere spagnolo cinquecentesco; la chiesa madre d’impianto normanno ma con una facciata barocca incompleta; il cinquecentesco monastero di San Pietro, nel quartiere ebraico; il convento medievale del Carmine e tanto altro ancora.